Abbiamo tutti letto o sentito parlare di questo pesticida, che a detta degli Enti Scientifici Europei (EFSA) se assunto in dosi ragionevoli non crea nessun problema, e pare non vi siano criticità sanitarie neanche nel tempo, bene si potrebbe dire, mangiamo il glifoste! Ma purtroppo sappiamo che tante piccole dosi fanno una grande dose, non solo questo killer selettivo elimina le erbe infestanti, ma rende omogeneo il colore del grano che deve essere raccolto , quindi mangiamo un prodotto che ha il colore maturo ma non lo è!
E molto probabilmente, questo diserbante, andra a finire nelle falde acquifere, che in parte andranno bevute e in parte andranno nel mare, e ci ritorneranno indietro con i pesci che consumiamo, e pare nessuno dica quali danni provoca nella fauna e flora marina. Inoltre l’eliminazione delle erbe infestanti è una pratica che si dovrebbe eseguire a mano o con semplici mezzi meccanizzati, ma in entrambi i casi vi sarebbe bisogno di manodopera, che ha i suoi costi, ma, se si devono produrre con bassissimi costi quantità elevate, poiché si deve battere la concorrenza sul prezzo, ecco che si concretizza il paradosso della sovrapproduzione, che, si badi bene, anche se andrà buttata al macero, qualcuno l’ha già pagata.
Pubblicato l’ultimo rapporto sui residui di pesticidi negli alimenti nell’Unione europea, uno spaccato dei tenori di residui riscontrati nell’intero territorio in un paniere di prodotti di largo consumo.
Nel 2019 sono stati analizzati complessivamente 96 302 campioni di alimenti, dei quali il 96,1% è risultato nei limiti di legge. Quanto al sottoinsieme di 12 579 campioni analizzato in base al programma di controllo coordinato dall'UE (EUCP) si è riscontrato che era nei limiti di legge il 98% di essi.
L'EUCP ha analizzato campioni presi a caso in 12 prodotti alimentari: mele, cavoli cappuccio, lattuga, pesche, spinaci, fragole, pomodori, avena in chicchi, orzo in chicchi, vino (rosso e bianco), latte vaccino e grasso di maiale. Di questi campioni:
6 674, ovvero il 53%, sono risultati privi di residui quantificabili;
5 664, ovvero il 45%, contenevano uno o più residui in concentrazioni inferiori o pari ai limiti ammessi;
il 2% infine, cioè 241 campioni, conteneva residui eccedenti il massimo di legge, dei quali l'1% è stato sottoposto a misure legali.
https://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/corporate_publications/files/efsaexplainsglyphosate151112it.pdf
sul glifosate c'è chi sostiene questo
+25%
Redditività
Incremento massimo che le aziende agricole dell'UE potrebbero ottenere utilizzando il glifosato in modo sicuro se utilizzato secondo le istruzioni dell'etichetta (fonte)
-22%
Produttività del rendimento
La perdita massima di colza, mais, orzo e grano subirebbe senza il glifosato (fonte)
-75%
Esportazione di grano
Dall'UE a paesi terzi che potrebbero essere persi senza che l'UE utilizzi il glifosato (fonte)
400 kg
Frutta e verdura
Un consumatore che pesa 80 kg può ingerire fino a 40 mg di residui di glifosato al giorno senza alcun danno alla salute. Ciò corrisponde a circa 400 kg di frutta e verdura al giorno. (Fonte)
Perdite e sprechi di cibo affamano il Pianeta
· Notizie pubblicate su 11 October 2020
· Sulla Terra oltre 820 milioni di persone soffrono la fame, dopo decenni di miglioramento, dal 2015 il trend positivo si è invertito e la fame ha ricominciato a crescere; contemporaneamente circa 2 miliardi di persone sono considerate sovrappeso o obese. Ma i sistemi alimentari globali hanno un altro paradosso, lo spreco e perdita di cibo che se ridotti potrebbero compensare i bisogni alimentari anche in futuro.
La FAO stima che la produzione alimentare necessaria al 2050 richiederebbe un aumento nella produzione agricola del 60-70%, considerati l’incremento previsto della popolazione umana (che dovrebbe raggiungere per quell’anno quasi 10 miliardi di persone) e i cambiamenti attesi nella dieta e nei livelli di consumo associati all’incremento dell’urbanizzazione. Circa 1/3 del cibo prodotto per il consumo umano (circa 1,3 miliardi di tonnellate) viene perduto o sprecato ogni anno. Basti pensare che il 14% della produzione alimentare mondiale va persa o sprecata tra le fasi della filiera comprese tra il raccolto e la vendita al dettaglio, con perdite per 400 miliardi di dollari, e che ogni anno più della metà della frutta e degli ortaggi prodotti a livello globale vengono persi o sprecati.